L’ INTERVISTA
«Bisogna puntare su agricoltura, turismo, innovazione e gioco di squadra”
Le strategie di Ruenza Santandrea, presidente di Legacoop Romagna: «Per svilupparci dobbiamo superare i confini”
Presidente, dall’analisi delle Top500 e dell’economia romagnola emerge che le cooperative sono la spina dorsale di questo territorio e che hanno assorbito meglio di altri i colpi della crisi. E’ d’accordo?
«E’ così, anche se alcuni settori hanno sicuramento sofferto. Tra questi ci sono le costruzioni, ad esclusione della Cmc di Ravenna perché da anni lavora soprattutto all’estero, e tutte le realtà collegate a questo comparto, dalle più grandi alle piccole».
Su cosa bisogna puntare per dare slancio alla crescita? «Partiamo dall’agricoltura, importantissima in Romagna e che ha sicuramente degli ottimi numeri, anche se legati agli andamenti stagionali. Abbiamo prodotti concorrenziali all’estero e siamo impegnati in progetti per innovare tutti i processi che riguardano la nostra agricoltura e quindi renderla più concorrenziale».
E poi?
«Dobbiamo sviluppare il turismo. La Romagna ha insegnato al mondo come farlo, ma diciamo che il settore ha un po’ i capelli bianchi. Dobbiamo riposizionarci».
Più semplice a dirsi che a farsi.
«E’ un territorio che può essere vissuto almeno 8 mesi all’ anno.
Abbiamo il mare, le colline, opere d’ arte ed enogastronomia, in tutte le province». Ma «C’è da lavorare. E molto. Occorre fare squadra e riuscire a veicolare questa ricchezza, anche e non solo attraverso i tour operator».
Aiutando anche nuove imprese a nascere?
«Certo. Anche in questo settore. Allo stesso tempo come Legacoop spingiamo sulle nuove tecnologie dove stiamo cercando di favorire la creazione di nuove cooperative, aiutandole attraverso il tutoraggio di cooperative più grandi, insomma guardando alla Romagna del futuro».
Lei spinge tantissimo sul gioco di squadra, d’altra parte Legacoop Romagna è stata creata per superare i confini delle singole province. Serve un cambio di mentalità anche tra le imprese, sta avvenendo?
«Il superamento dei confini è fondamentale per aiutare la crescita di tutta la Romagna. Dobbiamo pensare uniti. Un esempio: il porto di Ravenna non è solo il porto di quella città ma di tutta la Romagna. E il suo sviluppo è importante per tutta la Romagna non solo per Ravenna. Certo, ci vuole tempo per questa integrazione ma è l’unica strada per sviluppare tutte le nostre potenzialità».
Sono ancora poche le cooperative che vanno all’estero?
«No, non è vero. Sono diverse quelle che fanno affari fuori dai confini nazionali e ci sono sempre più esperienze. Un esempio è Romagna Coop Food, che promuove insieme tutti i prodotti di un gruppo di cooperative (tra queste Cevico, Deco e Terremerse ndr), anche sui mercati esteri».
Negli ultimi mesi le cooperative sono state al centro di diverse inchieste. Cosa ne pensa?
«Legacoop non è una holding, le cooperative si fanno concorrenza una con l’altra. Non si può demonizzare tutto un mondo per alcuni dirigenti che hanno sbagliato. La magistratura deve fare il suo dovere e chi ha infranto la legge deve essere punito».
«E’ così, anche se alcuni settori hanno sicuramento sofferto. Tra questi ci sono le costruzioni, ad esclusione della Cmc di Ravenna perché da anni lavora soprattutto all’estero, e tutte le realtà collegate a questo comparto, dalle più grandi alle piccole».
Su cosa bisogna puntare per dare slancio alla crescita? «Partiamo dall’agricoltura, importantissima in Romagna e che ha sicuramente degli ottimi numeri, anche se legati agli andamenti stagionali. Abbiamo prodotti concorrenziali all’estero e siamo impegnati in progetti per innovare tutti i processi che riguardano la nostra agricoltura e quindi renderla più concorrenziale».
E poi?
«Dobbiamo sviluppare il turismo. La Romagna ha insegnato al mondo come farlo, ma diciamo che il settore ha un po’ i capelli bianchi. Dobbiamo riposizionarci».
Più semplice a dirsi che a farsi.
«E’ un territorio che può essere vissuto almeno 8 mesi all’ anno.
Abbiamo il mare, le colline, opere d’ arte ed enogastronomia, in tutte le province». Ma «C’è da lavorare. E molto. Occorre fare squadra e riuscire a veicolare questa ricchezza, anche e non solo attraverso i tour operator».
Aiutando anche nuove imprese a nascere?
«Certo. Anche in questo settore. Allo stesso tempo come Legacoop spingiamo sulle nuove tecnologie dove stiamo cercando di favorire la creazione di nuove cooperative, aiutandole attraverso il tutoraggio di cooperative più grandi, insomma guardando alla Romagna del futuro».
Lei spinge tantissimo sul gioco di squadra, d’altra parte Legacoop Romagna è stata creata per superare i confini delle singole province. Serve un cambio di mentalità anche tra le imprese, sta avvenendo?
«Il superamento dei confini è fondamentale per aiutare la crescita di tutta la Romagna. Dobbiamo pensare uniti. Un esempio: il porto di Ravenna non è solo il porto di quella città ma di tutta la Romagna. E il suo sviluppo è importante per tutta la Romagna non solo per Ravenna. Certo, ci vuole tempo per questa integrazione ma è l’unica strada per sviluppare tutte le nostre potenzialità».
Sono ancora poche le cooperative che vanno all’estero?
«No, non è vero. Sono diverse quelle che fanno affari fuori dai confini nazionali e ci sono sempre più esperienze. Un esempio è Romagna Coop Food, che promuove insieme tutti i prodotti di un gruppo di cooperative (tra queste Cevico, Deco e Terremerse ndr), anche sui mercati esteri».
Negli ultimi mesi le cooperative sono state al centro di diverse inchieste. Cosa ne pensa?
«Legacoop non è una holding, le cooperative si fanno concorrenza una con l’altra. Non si può demonizzare tutto un mondo per alcuni dirigenti che hanno sbagliato. La magistratura deve fare il suo dovere e chi ha infranto la legge deve essere punito».