Uno dei settori più toccati dalla crisi, minacciato per di più dal fiorire della concorrenza sleale di false cooperative o lavoro nero. Una situazione difficile quella della logistica e del facchinaggio, a cui laCo.Fa.Ridi Ravenna,cooperativa fondata nel 1974, ha risposto diversificando e implementando i servizi, nonché puntando sulla formazione costante dei propri addetti. La cooperativa in origine si occupava esclusivamente di attività di puro facchinaggio per magazzini e terminal in area portuale.
Con il passare degli anni, si è sviluppata in base alle richieste del mercato, iniziando ad offrire una serie di servizi sempre più complessi e specializzati, come ad esempio nel settore dei traslochi nazionali ed internazionali e, con la realizzazione dei nuovi magazzini,nella gestione e nel deposito di arredi, mobili e archivi aziendali.
Varietà di servizi e manodopera qualificata hanno contribuito ad ottenere nel2008 la certificazione di qualità ISO 9001:2008. «Nel2014 abbiamo svolto circa 3500 ore di formazione, investendo 92.000 euro», conferma il neo eletto presidente Maurizio Bondi. Negli anni recenti del boom dell’energia alternativa, ad esempio, la cooperativa ha formato una squadra specializzata in montaggio e smontaggio di pannelli fotovoltaici. «Fino a due anni fa non c’era abbastanza personale specializzato per fare fronte alle richieste per questo servizio – spiega ancora Bondi –, ora anche questo settore ha rallentato considerevolmente,ma noi abbiamo messo da parte questo capitale di formazione».
Essere al passo con la formazione è uno dei requisiti per essere in regola. Una delle prime regole, non la sola purtroppo, che lacrisi ha portato molte aziende a disattendere.
«La crisi ha abbassato i parametri dell’autocontrollo della legalità e nelle cooperative spurie gli stessi lavoratori, vessati da irregolarità palesi, non le denunciano per paura dello spettro del licenziamento e della conseguente disoccupazione», spiega ancora il presidente della Co.FaRi, Bondi.
La congiuntura attuale per noi ha voluto dire, negli ultimi anni, una riduzione di circa il 30% della forza lavoro, in parte transitata in altre cooperative che di cooperativo hanno ben poco. Soggetti che si dicono cooperative ma che hanno capitali sociali prossimi allo zero o inesistenti e che non garantiscono certo allo stesso modo i propri dipendenti. Perciò sono in grado di ribassare notevolmente i prezzi e andando ben al di sotto della tariffa minima fissata a livello provinciale in 18,72 euro all’ora». Ecco perché per i presidente della Co.Fa.Ri una norma contro le false cooperative è «assolutamente necessaria».
«Così come sono necessari più controlli – aggiunge – perché la falsa concorrenza fa male prima di tutto a chi lavora, ma anche ai committenti».
Laura Giorgi
dal Corriere Romagna del 6/7/2015